Taliedo, il primo aeroporto di Milano
Visto che quest'anno ricorre il centesimo anniversario della fondazione dell'Aeronautica Militare italiana, ci è sembrato opportuno scrivere un articolo sul primo aeroporto di Milano, quello di Taliedo.
TALIEDO E IL PRIMO AEROPORTO DI MILANO
Taliedo è un quartiere che si trova nella periferia est della città e fa parte del Municipio 4. Fino al 1873 appartenne al comune di Corpi Santi.
Il nome ufficiale della struttura era Aerodromo d’Italia e ai tempi era uno dei pochi aeroporti del Paese.
Venne aperto nel 1910 e per costruirlo vennero abbattute tutte le cascine della zona eccetto la cascina Taliedo. Era quella più grande e ha dato il nome a quell'area. A sua volta, la cascina Taliedo si chiamava così per via dei tigli (dal latino tilietum).
L'evento che portò alla costruzione dell' Aerodromo Italia fu il Circuito Aereo Internazionale, che si tenne in quell'anno.
Dove si trovava esattamente?
L'area su cui sorse aveva un'estensione enorme: più di un milione di metri quadrati. Apparteneva alla Società Immobiliare Lombardo Veneta.
Per far sì che la manifestazione si potesse svolgere, all'interno di questa area fecero percorso di gara di forma triangolare. Se guardate la mappa di Milano, a destra vedete una sorta di triangolo. I tre lati corrispondono a via Mecenate, a via Salomone e a via Bonfadini. Al vertice alto, alla confluenza tra via Mecenate e via Salomone, c'è piazza Ovidio: da qui partivano i tram della linea 35, che arrivavano fino a piazza Emilia passando per corso XXII Marzo e per via Piranesi.
Sul lato che andava in direzione della città (cioè quello corrispondente a via Mecenate) furono costruiti hangar e altre strutture necessarie per l'evento, tra cui una torretta per i giornalisti, le tribune per il pubblico e un ristorante.
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Dopo l'evento, l’ente che lo aveva organizzato aprì a Taliedo una scuola di volo e di meccanica aeronautica.
Nel 1911 l’aviatore ambrosiano Angelo Bigliani, partito dal campo volo meneghino, fece cadere su Milano 10.000 "volantini" con la pubblicità della Cinzano. Quella è stata la prima volta in cui un velivolo è stato utilizzato a scopi promozionali.
Little Gaby
Un altro evento memorabile risale all'agosto del 1932, quando l'aviatrice Gaby Angelini, soprannominata Little Gaby, decollò da Taliedo, sorvolò Austria, Cecoslovacchia, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito e Svezia e poi ritornò al punto di partenza.
Quando atterrò, fu accolta in modo trionfale dai fan e dalla stampa. Fu in quell'occasione che la ribattezzarono Little Gaby.
La ragazza (classe 1911) morì il 3 dicembre di quello stesso anno a nell'oasi Uady el-Ghelta durante l'impresa che avrebbe dovuto portarla da Milano a Delhi facendo scalo a Roma, Trapani, Tripoli, Tobruk, il Cairo, Gerusalemme, Bagdad, Bassora e Karachi. Purtroppo, il velivolo durante la traversata cadde nel deserto libico per colpa di tempesta di sabbia.
Il suo corpo venne esposto per giorni nella Casa dei Fasci di Milano affinché potesse ricevere l'omaggio della gente. Infatti, il Regime aveva dato molta risonanza al volo di Little Gaby.
La sua tomba si trova al Monumentale di Milano. La si riconosce perché è decorata una grande un’elica di bronzo.
L’arrivo dei militari
Il 1911 fu anche l'anno della guerra di Libia e l'Italia ricorse anche ai bombardamenti aerei (fu il primo Stato a farlo). Dato che i militari avevano compreso l'utilità di questi mezzi e avevano deciso d'incrementarne l'utilizzo per sconfiggere gli Ottomani, sempre in quell'anno il Ministero della Guerra chiese ai padroni dell'aerodromo di Taliedo di poter trasferire lì tre squadriglie di aeromobili.
L’interesse dell'Amministrazione Militare per quella struttura crebbe, tanto che decise di acquistarla. Anche per costruirci delle caserme al posto di quelle che si trovavano in centro.
Tuttavia, riuscì solo a prenderla in affitto perché l’Immobiliare che ne era la proprietaria non la volle cedere e per l'affitto chiese un prezzo molto alto. Non solo: disse che il contratto sarebbe durato soltanto quattro anni.
Alla fine, nella primavera del 1913 il Comune di Milano si prese in carico il pagamento del canone di locazione, dopo averne ottenuto una riduzione.
Perché ebbe questo sconto? Perché s'impegnò a mettere a posto a proprie spese la strada tra la Paullese e l'ingresso dell’aerodromo.
Questa strada oggi corrisponde più o meno a via Salomone. Il Comune lo fece perché capì che la città avrebbe tratto vantaggio da questa situazione.
Invece, ll Ministero della Guerra si impegnò a riadattare il campo e a fare tutte infrastrutture che le servivano.
Pertanto, il campo volo di Taliedo divenne la sede di due squadriglie del Battaglione Aviatori del Regio Esercito.
Naturalmente, nel periodo bellico (1915-1918) furono costruiti altri hangar.
LA CAPRONI
La storia dell'aeroporto di Taliedo è legata soprattutto alla Caproni, che nella zona orientale edificò alcuni grandi capannoni industriali.
Questo connubio iniziò nel 1915, quando la Società per lo Sviluppo dell’Aviazione in Italia fece fare in via Mecenate uno stabilimento per la fabbricazione degli aerei progettati dall’ingegner Gianni Caproni.
La ditta Caproni era originaria della zona tra Malpensa e Vizzola Ticino. Produceva velivoli. Durante la Prima Guerra Mondiale assunse circa 2000 persone: nel 1915 i suoi operai erano 150 e nel 1918 erano 2300. In questo periodo l'attività principale riguardava la costruzione di bombardieri.
Gianni Caproni
Invece, Gianni Caproni era di origini trentine. Venne insignito del titolo di conte di Taliedo. In via Durini si può ammirare Palazzo Durini-Caproni di Taliedo. Invece, a Vizzola Ticino c'è villa Caproni. Una curiosità: a Rogoredo, in via Monte Popera, si trova la scuola Paolina Caproni, dedicata a sua madre. La sua peculiarità è che ha la forma di un aereo.
TRA LE DUE GUERRE
Dopo la Grande Guerra, l'aerodromo di Taliedo ebbe una piccola crisi, così come tutto il settore aeronautico lombardo. Ma non chiuse e nel 1919 ospitò una mostra di aeronautica.
Durante il Ventennio, la situazione migliorò molto e ne trassero vantaggio anche l'aerodromo e la Caproni. Quest'ultima si era allargata ed era arrivata fino a via Mecenate. Inoltre, in questa zona avevano aperto l'attività anche altre aziende del settore. Ad esempio, la Piero Magni Aviazione. Fondata a Meda nel 1919, si era spostata a Taliedo dieci anni dopo. I suoi capannoni erano nel lato che dava su via Bonfadini.
I motivi della chiusura dell’aeroporto di Taliedo
Insomma, il primo aeroporto di Milano era tornato in grande spolvero. Ma successe qualcosa. Accadde qualcosa che portò, seppur lentamente, alla sua chiusura: lo sviluppo dell'aviazione civile e l'aumento di voli non-militari. Erano soprattutto viaggi per finalità turistiche, ma non mancavano quelli di tipo turistico.
La prima tratta aerea civile venne aperta nel febbraio del 1919. Collegava Berlino e Weimar.
Le prime compagnie italiane furono la Sisa e l'Aero Espresso Italiana, che nacquero nel 1923. Ma si dovette aspettare fino al 1926 per avere i primi voli commerciali regolari. Per effettuarli venivano utilizzati gli idrovolanti.
Lo sviluppo dell'aviazione civile fece capire presto che Milano aveva bisogno di un aeroporto più adeguato. Allora, alla fine del 1926 il Podestà Belloni volle che si formasse una commissione.
Questa commissione creò un progetto di massima per far diventare l’aerodromo di Taliedo anche un aeroporto civile da poter utilizzare regolarmente e la inviò al ministero competente.
Tra i vari punti, c'era anche l'ampliamento dell'aerodromo e la costruzione di una pista di calcestruzzo perché volevano che le nevicate e le piogge non divenissero un impedimento.
Ma non se ne fece niente e ci si limitò a sistemare un po' la struttura (venne adattato uno dei capannoni) e a mettere dei proiettori fotoelettrici per gli atterraggi e i decolli notturni. La pista rimase quella del 1917.
Con il passare del tempo tutto l’impianto si dimostrò troppo piccolo per far fronte alle nuove esigenze. Tuttavia, per qualche anno fu attiva la linea Milano-Trento-Monaco di Baviera. Nel 1931 la prolungarono fino a Berlino. Un'altra tratta arrivava fino a Torino e un'altra ancora fino a Roma.
Inoltre, per qualche anno il Regime sembrò puntare Taliedo, tanto che lo ampliarono costruendo l’Idroscalo (1930).
Ma l’inadeguatezza dell’Aerodromo d’Italia cresceva con l’aumentare del numero di passeggeri.
Pertanto, nel 1932, le autorità milanesi chiesero a Italo Balbo (Ministro dell’Aeronautica) d’intercedere per la chiusura di Taliedo e per l’apertura di un aeroporto più grande.
Alla fine, Taliedo venne dismesso. Sia come aeroporto civile sia come aeroporto militare.
La fine definitiva arrivò dopo la Seconda Guerra Mondiale. Alcuni hangar sono stati distrutti negli anni ‘80 per fare spazio all’inceneritore di via Zama. La pista è sparita.
Taliedo oggi (e Morsenchio)
Oggi Taliedo è un quartiere periferico, ma alcune tracce del periodo in cui qui c'era il primo aeroporto di Milano sono ancora visibili. Per esempio, percorrendo via Mecenate si possono vedere gli ex capannoni della Caproni. Molti sono stati riqualificati. A questo proposito, qualcuno ricorderà che alcuni di essi divennero studi della Rai. Altri, invece, sono stati comprati da Gucci per farne la cittadella della moda.
C'è anche una lapide su cui si possono leggere i nomi dei lavoratori della Caproni che sono morti nella Seconda Guerra Mondiale o durante la Resistenza.
Oreste Salomone era un pilota di Capua. È stato il primo aviatore italiano a ricevere una medaglia d’oro per un’impesa compiuta durante una guerra.
In via Salomone ha sede la Macallesi, società di calcio fondata nel 1927. Prende il nome dalla battaglia di Macallé. Prima di approdare all’Inter, Walter Zenga giocava qui. L’ingresso dell’aeroporto si trovava in questa via, verso piazza Ovidio.
L’ultimo tratto di via Bonfadini è l’asse principale di Morsenchio, un quartiere che fa parte di Milano dal 1925, quando fu staccata dal Comune di Linate. Sotto gli austriaci, era stato indipendente. Confina con Taliedo.
Via Bonfadini è vicina all’ortomercato e alla Paullese, detta un tempo via dei carrettieri. Infatti, al 101 c’era el Stallaz di Carretee, dove si rifocillavano uomini e cavalli.
LA NASCITA DI LINATE
L’aeroporto di Linate venne fatto dall’impresa Lucchini, che aveva depositi di sabbia nella zona in ora sorge il quartiere Forlanini.
C’era una montagna di sabbia, chiamata appunto i Sabbioni, alta quasi come il Monte Stella.
Il materiale era stato ottenuto come ricompensa per morti di malaria (tra i contagi, quello dell’ingegnere capo). La colpa era stata di una falda stagnante che si trovava nell’area in cui erano in corso i lavori per la costruzione dell’aeroporto di Linate. Questo materiale venne rivenduto e servì per la costruzione della Centrale e per ricostruzione della città.
Sulla montagnetta cresceva l’erba. Con un vaglio, cioè un impianto a fori di varie dimensioni, si selezionava la rena e con i frantoi si frantumava la ghiaia per l’asfalto.
Ai Sabbioni erano impiegati soprattutto lavoratori a cottimo, quasi tutti cremaschi e lodigiani. Spesso ricevevano in cambio solo acqua di falda e cibo. Tra di loro, numerosi gli ex reduci.
L’aeroporto di Linate è stato inaugurato nel 1937. Il su nome ufficiale è Aeroporto Forlanini. Jannacci lo nomina in El purtava i scarp del Tennis
Enrico Forlanini era un pioniere dell’aviazione. Inventò l’aliscafo e ha contribuito alla nascita dell’elicottero e del dirigibile.
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