ennemedia - Comunicare a Milano

View Original

Chi era Francesco Londonio?

Via Francesco Londonio è una strada non molto lunga parallela a corso Sempione. Collega via Procaccini e via Melzi d’Eril. Si trova nel quartiere Borgo degli Ortolani. Era considerata una via borghese, in contrapposizione ad altre parti del quartiere più proletarie e contadine. Non è lontana da Chinatown.

GABER

Al numero 18 ha sede Radio Atlanta Milano, “la prima Web Radio a diffondere musica in vinile". Ma soprattutto al numero 28 il 25 gennaio 1939 è nato Giorgio Gaber. Anzi, Giorgio Gaberščik perché era di origini triestine. Un’insegna sulla casa natia ricorda l’evento. È stata messa nel 2019, in occasione dell’ottantesimo anniversario della nascita. A Giorgio Gaber Milano ha dedicato anche un teatro, una sala congressi e una via. Quest’ultima si trova nella zona sud, vicino al Gratosoglio, a Chiesa Rossa e a via dei Missaglia, nel Municipio VI. Via Londonio, al contrario, è nella parte nord della città, nel Municipio VIII. Potremmo dire che via Londonio sta a Gaber come via Gluck sta a Celentano. Per curiosità, vi diciamo che Gaber ha scritto un pezzo intitolato Risposta al Ragazzo della via Gluck. Parla di un ragazzo che non si può sposare perché la casa dove lui e la futura moglie sarebbero dovuti andare ad abitare viene abbattuta per fare un prato. In più, la ragazza lo lascia. È una canzone ironica, inutile precisarlo.

FRANCESCO LONDONIO

Ma chi era Francesco Londonio e che cosa ha fatto per meritarsi che gli venisse intitolata una strada? Era un pittore. Nacque a Milano il 7 ottobre 1723, nella parrocchia di Sant'Alessandro in Zebedia (in quella zona adesso c'è il Polo di Lingue e Letterature Straniere della Statale). Era il quartogenito di sette fratelli. Morì il 26 dicembre 1783 ed è sepolto nella chiesa di Sant’Eufemia, che si trova in corso Italia. Oltre che a Milano, visse a Parma, dove molto probabilmente andò per studiare le opere del Correggio, e a Cremona. Il suo primo maestro fu Ferdinando Porta. Tra i suoi ispiratori troviamo gli incisori olandesi Berchem, Van de Velde e Potter, l'incisore tedesco Johann Heinrich Ross e il figlio pittore Philipp Peter Roos, il pittore olandese Romey e gli italiani il Grechetto (per gli animali) e Ceruti. Ma forse quello che lo ha influenzato di più è stato Pieter van Laer, detto il Bamboccio. Da lui prendono nome le bambocciate, un genere d’arte che raffigura scene di vita quotidiana di persone comune, e la corrente dei Bamboccianti, di cui facevano parte soprattutto artisti fiamminghi, olandesi e francesi. Tornando al Londonio, la Treccani scrive che “più di uno stimolo poteva venirgli dalla milanese galleria della Porta, già Parravicini, specializzata nella pittura di genere nordico-romana e ricca di bambocciate di Laer con cavalli o armenti”. La prima opera autografa è Un toro e una mucca in riposo (1753). Si tratta di un disegno dal vero e si trova nella Biblioteca Ambrosiana. Invece, il primo quadro vero e proprio che ha firmato risale al 1756 e s’intitola Mercato di bestiame. Lavorò anche come incisore e realizzò delle acqueforti. Tra l'ottobre e il novembre del 1763 viaggiò nell’Italia centrale e meridionale e fece dei disegni dal vero raffiguranti la costiera napoletana, Posillipo, dei ruderi romani, la tomba di Virgilio. Anche queste opere sono nella Biblioteca Ambrosiana. Alcune delle sue opere sono conservate al Castello Sforzesco e alla Pinacoteca di Brera. Altre fanno parte di collezioni private. Decorò anche la sala da pranzo e un’altra stanza di Villa Alari (o Villa Alari Visconti di Saliceto o Villa Visconti di Saliceto). Questo edificio si trova a Cernusco sul Naviglio, a nord-est di Milano. Si trattava di un ciclo di 24 tele a tema pastorale e agreste. Parliamo al passato perché adesso queste 24 tele sono sparpagliate in diverse collezioni private. La diaspora ha avuto luogo nel 1944. Nel 1998 il ciclo è stato parzialmente ricostituito in occasione di una mostra che si è tenuta nella galleria Piva di Milano. Francesco Londonio si dedicò anche alle nature morte e alla ritrattistica. Ad esempio, una sua opera s’intitola Ritratto del fratello prete. Ricordiamo anche Autoritratto e Autoritratto al cavalletto (andato perduto).

I presepi e Teatro dei Foglietti

È passato alla storia dell’arte anche per i presepi di carta e per quelli lignei. Quello ligneo più famoso si trova nella chiesa di San Marco, a Milano. Dopo averlo visto, l’Imperatrice Maria Teresa lo nominò scenografo del Teatro alla Scala. Invece, un suo presepe su carta è stato donato da Anna Maria Bagatti Valsecchi al Museo Diocesano di Milano ed è stato esposto per la prima volta nel 2018 a Palazzo Pirelli. È uno dei pochi presepi settecenteschi lombardi di questo tipo. Nel Natale del 2021 il Museo Diocesano lo ha esposto presso la propria sede. Inoltre, Francesco Londonio inventò il teatro dei Foglietti e fondò l'allegra compagnia omonima. Il teatro dei Foglietti era un teatrino ambulante ed è considerato un antesignano del cinema d'animazione. Giuseppe Rovani, esponente della Scapigliatura, ne parla nel romanzo Cento anni (1868). Rimase attivo fino al 1848.

See this map in the original post