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Dove sono le colonne votive di Milano?

Una delle colonne votive si Milano si trova vicino alla Basilica di San Lorenzo (foto di Simona Balconi)

Il libro Le "Crocette" nella Milano di San Carlo (sic) parla delle colonne votive (o croci stazionali o stazionarie) che si trovano o che si trovavano nella nostra città. La maggior parte è stata distrutta. Ne rimangono 8. Erano 34.

L’ELENCO DELLE COLONNE VOTIVE DI MILANO SUPERSTITI

Ecco dove le possiamo trovare.

Martiniano o Matroniano del Verziere o di Porta Tosa

Largo Augusto. La statua di Gesù voltata parte opposta rispetto al resto della colonna ha fatto nascere la leggenda di Barbarinetta. La statua si sarebbe girata perché disgustata dalla vista di una ragazza che si era appena suicidata per amore.

San Nazario

All'inizio di corso di Porta Romana, davanti alla chiesa di San Nazario in Brolo.

San Calimero

È all’uscita della fermata di Crocetta (mm3), tra corso di Porta Romana e corso di Porta Vigentina.

Sant'Eufemia o Sant'Elena o San Senatore 

Davanti alla chiesa di San Paolo Converso (piazza Sant'Eufemia).

San Lazzaro alla Vetra

In piazza Vetra, nel Parco delle Basiliche, vicino alla chiesa di San Lorenzo.

Sant'Eustorgio o di San Pietro Martire

Davanti alla chiesa di Sant'Eustorgio.

Santa Maria alla Maddalena

Piazza De Angeli. Ricordiamo che questa piazza faceva parte del comune di Corpi Santi.

Della Santa Croce a Quarto Cagnino.

Si trova in via Fratelli Zoia davanti al civico 59. Fino al 1923 questa via era sotto il Comune di Trenno, annesso da Milano proprio in quell'anno.

In via Fratelli Zoia c’è Cascina Linterno, dove si dice abbia soggiornato Petrarca.

Aggiungiamo quella di via Marina, vicino ai Giardini Indro Montanelli. È stata messa lì su ordine del Piermarini. Prima era nel Bottonuto, un quartiere malfamato che si trovava nell'area dove adesso sorgono piazza Diaz, via Larga, via Rastrelli, via Paolo da Cannobio e piazza Missori. Questa colonna votiva si chiama (o si chiamerebbe) di San Glicerio o del Bottonuto.

E LE ALTRE COLONNE VOTIVE DI MILANO?

La maggior parte è stata abbattuta dall'architetto austriaco Pollak, che a sua volta eseguì la volontà dell'Imperatore Giuseppe II. Il motivo? Intralciavano il traffico delle carrozze.

PERCHÉ LE HANNO FATTE?

Quasi tutte le croci stazionarie di Milano sono state costruite o sotto Carlo Borromeo o sotto Federico Borromeo

Servirono soprattutto durante la peste del 1576 e quella del 1630. 

Siccome anche allora c'erano le quarantene e i lockdown (nell'ottobre del 1576 le autorità civili vietarono alle persone di uscire di casa) e le chiese erano trascurate e cadenti, i sacerdoti dicevano le messe dalle croci stazionarie affinché le persone le potessero sentire lo stesso; inoltre, quasi tutte queste colonne votive erano situate nei quadrivi di Milano cioè nei posti in cui s'incrociano quattro vie. Spesso avevano come basamento un altare.

A ogni colonna venne assegnato un mistero della Passione di Cristo e venne dato il nome di un grande della Chiesa Ambrosiana. Ogni colonna venne affidata a una confraternita della croce, i  cui membri dovevano riflettere sul mistero della Passione legato alla loro croce stazionaria.

Per esempio, quello della colonna di San Calimero era: il "Mistero della Passione di Cristo allorché questi venne condotto innanzi a Pilato".

Posteriori

Alcune sono state costruite dopo l'era dei Borromeo. 

Quella di San Lazzaro risale al 1643. Era una delle ultime cose che vedevano i condannati a morte. Infatti, in piazza Vetra c'era un patibolo. In realtà, la colonna che vediamo oggi è del 1728: l'altra l'hanno demolita proprio perché era troppo vicina al patibolo.

Addirittura, la colonna votiva di via Fratelli Zoia è datata 1746.

IL LIBRO

Il libro Le "Crocette" nella Milano di San Carlo è uscito nel 1984, in occasione del quattrocentesimo anniversario della morte del cardinale.

Vi hanno collaborato Fermo Roggiani, Marina Olivieri, Virginio Sironi e Pantaleo Di Marzo.

In terza pagina troviamo scritto Mostra fotografica a cura del Civico Archivio Fotografico.

In quinta pagina troviamo scritto: Comune di Milano-Ripartizione Cultura. Museo di Milano- Via S. Andrea, 6.

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