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Conoscete il Circolo Filologico Milanese?

Il Circolo Filologico Milanese è vicino alla Scala di Milano

Che cos'è il Circolo Filologico Milanese?

Si tratta di un'associazione culturale, la più antica della nostra città.

LE ORIGINI DEL CIRCOLO FILOLOGICO MILANESE

Perché? Quando è nato?

È stato fondato nel 1872.

E perché è nato?

È nato per favorire lo studio delle lingue e delle culture straniere. La sua ragion d'essere è racchiusa bene in queste parole.

“Le prospere condizioni commerciali della città nostra e la copiosa affluenza di forestieri che di loro presenza l’onorano, esigono un’istituzione di tal natura, la cui necessità si fa più viva se si riflette al crescente intrecciarsi di rapporti internazionali, vogliamo avere un luogo dove ci riuniremo per studiare le lingue con la scorta di valenti maestri, ove troveremo giornali e libri italiani ed esteri... vogliamo che il Circolo diventi ritrovo della gente colta, garbata e studiosa e de’ forestieri che bramano di imparare la nostra lingua. Letture e conferenze: feste no”.

Le troviamo in una circolare datata 21 marzo 1872. Questa circolare è il documento più antico del Circolo. Lo hanno firmato tredici persone: Enrico Arrigoni, Sebastiano Buonodonno, Carlo Calcaterra,  Leopoldo Carrera, Angelo Clerici, Demetrio Gagliardi, Giovanni Gilardelli, Francesco Lovati, Giuseppe Maldifassi, Emilio Mariani,  Pietro Rota, Camillo Suini Giovanni Troncone. In questo elenco ci sono dottori, avvocati, professori, un ingegnere e un capitano. 

Già allora Milano era una città ricca e abitata da molti stranieri. Inoltre, ricordiamoci che nel 1881 ci sarà l'Expo, che consacrerà la nostra città come capitale morale d’Italia..

È curioso quel "feste no".

Lo hanno messo per differenziarsi dagli altri circoli culturali dell'epoca. In realtà, nel 1872 a Milano non ce n'erano molti ma in precedenza sì. Una tendenza importata dalla Francia e dall'Inghilterra. La maggior parte aprì durante il Periodo Napoleonico. Avevano soprattutto finalità politiche (era il  Risorgimento) ma erano anche luoghi in cui si gozzovigliava.

Tuttavia, la differenza più importante è un'altra.

Quale?

Il target. Questi club si rivolgevano a persone molto ricche. Invece, come si legge sul sito ufficiale, il Circolo Filologico Milanese voleva aprirsi a ogni ordine di cittadini nella considerazione che la cultura non potesse essere monopolio di pochi, ma dovesse divenire patrimonio di tutti. 

Bello. Nobile. Dov'è la sede?

In via Clerici, non lontano dalla Scala. Ma non è sempre stata lì. Infatti, le prime adesioni dovettero essere inviate In via Monte di Pietà 15, dove abitava l'avvocato Carrera. Invece, la prima assemblea si tenne, a metà maggio, in una sala del Palazzo dei Giureconsulti,  in piazza dei Mercanti. Ma la prima sede vera e propria è stato un appartamento preso in affitto che si trovava in Corso di Porta Romana al 18. Ho letto che era molto spartano, quasi squallido. In seguito, il Circolo si è trasferito prima in via Silvio Pellico al 4 e poi, finalmente, il 3 maggio 1908, nella sede di via Clerici.

UN LUOGO DI CULTURA

Hai parlato di conoscenza delle lingue e delle culture straniere. Organizzano dei corsi?

Si, sia di lingue moderne sia di quelle antiche.

Sai dirmi quali?

Si:

  • albanese;

  • arabo;  

  • cinese;

  • coreano;

  • ebraico;

  • ebraico moderno;

  • francese;

  • giapponese;

  • greco antico;

  • greco moderno;

  • hindi;

  • inglese;

  • latino;

  • portoghese;

  • russo;

  • sanscrito;

  • spagnolo;

  • tedesco.

Di milanese? Interessante!

Sì, però ci torniamo dopo. Adesso voglio soffermarmi un attimo sui corsi di russo. Non tanto sui corsi in sé quanto su due cose che riguardano questo Paese. La prima è che al Circolo Filologico Milanese tenne una conferenza Anna Kuliscioff. La seconda è che la figlia di Tolstoj ha donato un'enciclopedia alla biblioteca. È in cirillico e risale a prima della Rivoluzione d'Ottobre.

La biblioteca ha molti libri?

Quasi 120000. Alcuni si trovano solo qui. Ad esempio, ci sono opere degli autori più importanti del teatro drammatico tedesco dell XIX secolo. Chi vuole leggerle, deve andare li. Almeno, a Milano.

Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale i libri erano circa 80000. Purtroppo, per colpa del bombardamento dell'agosto del 1943,  sono bruciati quasi tutti. Se ne sono salvati solo 18000, la maggior parte dei quali si trovava negli scantinati.

E poi?

E poi con pazienza e grazie a donazioni e acquisti è stata riportata ai livelli di allora. Anzi, oltre.

Prima hai parlato di conferenze. Quindi non ci sono solo i corsi e la biblioteca.

Esatto. Fanno anche concerti, presentazioni di libri, conversazioni in latino e, appunto, conferenze.

IL CIRCOLO FILOLOGICO MILANESE E MILANO

S'imparano solo le lingue?  Mi sembra di no, da quello che ho capito.

No, anche altro. Ad esempio, c'è il corso di lingua, o dialetto, e letteratura milanese, come abbiamo accennato prima.

Ecco, il corso di milanese. 

È un segno del legame forte che c'è tra questo ente e la città. Sul loro sito ho visto anche che a ottobre parte un corso sulla storia di Milano. Poi c'è il Premio Carlo Porta.

Che cos'è?

Lo danno a chi ha dato lustro alla città.

Un po' come l'Ambrogino d'oro.

Bravo. E infatti nel 1962 al Circolo Filologico è stata data la Medaglia d'Oro di Benemerenza del Comune di Milano.

Chi ha vinto il Premio Carlo Porta?

Te ne dico alcuni: Carlo Castellaneta, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, Mariangela Melato, Umberto Veronesi,  Riccardo Muti, Franca Valeri, Enzo Jannacci e Carla Fracci.

Wow.

Dalla fondazione a oggi sono migliaia le persone che hanno fatto parte del Circolo Filologico Milanese. A 65 di loro è stata intitolata una via. Eccone l'elenco.

  • Eugenio Cantoni;

  • Giulio Carcano;

  • Gualtiero Castellini;

  • Giovanni Celoria;

  • Camillo Cima;

  • Giuseppe Codara;

  • Giuseppe Colombo;

  • Carlo Conti;

  • Gaetano Crespi;

  • Silvio Benigno Crespi;

  • Emilio De Marchi;

  • Marco De Marchi;

  • Francesco Denti;

  • Leone Fortis;

  • Carlo Emilio Gadda (che gli ha Dedicato un passo abbastanza corposo de L'Adalgisa);

  • Giuseppe Giacosa;

  • Camillo Giussani;

  • Enrico Gonzales;

  • Giuseppe Govone;

  • Stefano Jacini;

  • Carlo Linati;

  • Prospero Moisè Loria;

  • Achille Maiocchi;

  • Luigi Mangiagalli;

  • Cesare Mangili;

  • Filippo Marinetti;

  • Guido Martinelli;

  • Angelo Mauri;

  • Luigi Medici;

  • Attilio Momigliano;

  • Ugo Monneret De Villard;

  • Giuseppe Mussi;

  • Lodovico Necchi;

  • Gaetano Negri;

  • Pietro Panzeri;

  • Carlo Pascal;

  • Alberto Pisani Dossi;

  • Edoardo Porro;

  • Antonio Raimondi;

  • Pietro Redaelli;

  • Paolo Rotta;

  • Michele Scherillo;

  • Giovanni Schiaparelli;

  • Enrico Somaré;

  • Silvio Spaventa;

  • Antonio Stoppani;

  • Eugenio Torelli Viollier;

  • Claudio Treves;

  • Emilio Treves;

  • Paolo Valera;

  • Don Ernesto Vercesi;

  • Tito Vignoli;

  • Émile Zola.

Invece, tra i collaboratori troviamo:

  • Tatiana Tolstoj;

  • Padre Agostino Gemelli;

  • Indro Montanelli;

  • Giò Ponti (per via di una sinergia tra il Circolo Filologico Milanese e il Politecnico di Milano);

  • Giovanni Gentile;

  • Gaetano Salvemini;

  • Carlo Castellaneta;

  • Arturo Labriola;

  • Achille Ratti (Papa Pio XI); 

Insomma, tutta gente di spessore.

Vero.

Chiudiamo con due curiosità.

Quali?

La prima è che il sito di Brera District, del Fuori Salone, gli ha dedicato una pagina.

Ah si? E che cosa c'è scritto?

Parla dei riconoscimenti che ha ottenuto, come quello, nel 1905, di Ente Morale per Regio Decreto e quello del Comune di Milano, che nel 1995 ne ha sancito ufficialmente il'importanza storica nel campo della formazione linguistica.

E la seconda?

Eugenio Torelli Viollier nel 1872 è stato tra i fondatori del 'Circolo Filologico Milanese e nel 1876 ha fondato il Corriere della Sera.

Fonte: Un modello di lungimiranza: il Circolo Filologico Milanese

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