Milano è un motore di modernità: ecco alcuni esempi
Ci sono tanti esempi di Milano come motore di modernità e fucina di cambiamenti.
Si dice che le tendenze e le idee arrivino o nascano prima qui e poi si diffondano nel resto d'Italia e a volte del mondo. Nel bene e nel male.
A dire il vero, non tutto ciò che qui ha trovato la propria capitale è nato qui. Prendiamo la stampa: Milano è la capitale dell'editoria ma i primi stampatori erano veneziani. Però il contributo della nostra città è fondamentale.
Oppure, è vero che il primo stadio di proprietà in Italia è stato fatto dalla Reggiana. Si tratta del Giglio, dove adesso gioca il Sassuolo e che ha preso il nome di Mapei Stadium-Città del Tricolore. Però quando a San Siro hanno messo i seggiolini è nata un po' l'idea che allo stadio si può stare seduti abbastanza comodi e comunque più comodi rispetto a quando c'erano solo i gradoni spogli e spartani. A meno che non si vada in curva dove si sta in piedi. Il Giglio è del 1994 mentre San Siro cambia volto poco dopo l’arrivo di Berlusconi al Milan.
MILANO E L’ITALIA
A proposito di Reggio Emilia, è vero che c'è la teca con il primo tricolore della storia, risalente al 7 gennaio 1797. Ed è anche vero che la prima coccarda tricolore apparve a Genova. Tuttavia, la prima bandiera a bande verticali verde, bianca e rossa è nata a Milano. Venne adottata dalla Legione Lombarda, che era un'unità militare dell'Armée d'Italie.
Tra l'altro, questi erano i colori della Milizia Cittadina milanese, utilizzati fin dal 1782.
Era il periodo napoleonico e Milano era la capitale del Regno d’Italia, creato proprio dall'imperatore francese, come si sa. Fu allora che si diffuse per la prima volta l'idea di uno stato italiano.
Infatti, innovazione e modernità vogliono dire anche idee e Milano ha dato un contributo importante.
LE IDEE E LA CULTURA
Uno dei più importanti è quello apportato da Cesare Beccaria con Dei delitti e delle pene, con cui ha dimostrato l'inutilità della pena di morte. Certo, la sua argomentazione principale è di tipo utilitaristico (la pena capitale non serve come deterrente) ma per i tempi era all'avanguardia.
Voltaire lo stimava e lo cita nel Trattato sulla tolleranza.
Beccaria era anche il nonno materno di Alessandro Manzoni e I promessi sposi è considerato il primo vero romanzo in italiano.
In realtà, molto probabilmente Alessandro Manzoni era figlio di Giovanni Verri. Giovanni Verri era fratello di Alessandro e di Pietro, che fondarono il giornale Il caffè. In questo giornale si parlava di scienza, letteratura e filosofia. L'elemento rivoluzionario era che gli articoli non erano indirizzati agli specialisti ma a chiunque sapesse leggere un testo struturato. Preferibilmente, lo stile doveva essere essenziale e chiaro. Oggi sarebbe stato considerato un periodico di tipo divulgativo. Diciamo periodico perché usciva ogni dieci giorni.
Interessante anche l'idea che le parole e la lingua siano innanzitutto funzionali alla comunicazione. Forse quelli del Caffè erano un tantino esagerati perché bruciarono i dizionari dell'Accademia della Crusca.
Milano motore di modernità nell’arte e nell’architettura
Sempre a proposito di Manzoni, passiamo a quello vero, Piero. Nato a Soncino e morto a Milano a neanche 33 anni, diede un contributo importante all'innovazione dell'arte.
E come dimenticare QT8? Bottoni lo progettò per risolvere il problema della mancanza di abitazioni. Infatti, risale al secondo dopoguerra e tante case milanesi erano state distrutte dai bombardamenti.
Bottoni non si limitò a pensare alle case ma volle creare un quartiere di qualità destinato all’edilizia popolare. Diede quindi importanza sia alle abitazioni sia agli spazi pubblici.
Una delle cose più interessanti di QT8 è il fatto che le abitazioni siano state progettate e costruite tenendo conto dell'esposizione al sole.
Inoltre, Bottoni utilizzò le macerie per fare il Monte Stella. Le riciclò.
In tutto questo non ci vedete alcuni principi della bioedilizia, che si è sviluppata più tardi? Non ci vedete delle idee che oggi sono molto in auge?
A MILANO LA MODERNITÀ È ANCHE IN PERIFERIA
Del resto, la modernità è legata all’innovazione, che spesso va a braccetto con l’originalità: secondo la leggenda, Milano è stata fondata dove si è fermata una scrofa (c'è il bassorilievo in piazza dei Mercanti). Abbastanza singolare come animale-totem!
Inoltre, a differenza di altre grandi città, non sorge su una costa o sulle rive di un fiume. Sì, ci sono il Seveso e l'Olona ma sono marginali.
A proposito di fiumi, avete presente la fermata Porto di Mare? È un nome strano in una città in cui il mare non c'è. Porto di Mare è il quartiere e si chiama così perché circa cent'anni fa c'era il progetto di collegare Milano al Po tramite una rete di canali e di affluenti. Un'imbarcazione avrebbe potuto raggiugere in questo modo il Po e poi l'Adriatico.
Porto di Mare è in periferia come lo sono Baggio e QT8. Ed è dall'aerodromo di Baggio che Umberto Nobile partì per la seconda spedizione in dirigibile verso il Polo Nord. Questo aerodromo si trovava in una piazza d’armi molto vicina alla caserma Santa Barbara (l’area è quella compresa tra via Domokos e via Tosi).