La colomba è nata a Milano?
Lo sapete che la colomba, il dolce, è nata a Milano?
LA COLOMBA E MILANO
La creò Ansperto, arcivescovo di Milano nel IX secolo, impastando gli ingredienti che gli avevano donato i fedeli. Visto che eravamo sotto Pasqua, per un miracolo il dolce assunse da solo la forma delle colomba, che è un simbolo biblico (dopo il diluvio, Noè invia delle colombe per vedere com'è la situazione e queste ritornano con un ramoscello d'ulivo) ed è anche legato a Gesù. Siccome è un simbolo di rinascita, per qualcuno simboleggia l'inizio della ripresa di Milano dopo alcuni secoli di crisi causati dalla distruzione da parte dei Goti. Ripresa che iniziò proprio grazie ad Ansperto.
No, non è vero. Mi sono inventato quasi tutto. È vero che I Goti distrussero Milano (538), che la città visse dei secoli alquanto difficili in cui perse molta importanza e che la rinascita iniziò sotto Ansperto (lo scrive Pietro Verri). Sono veri anche i riferimenti biblici. Ma Ansperto non impastato gli ingredienti e il dolce non ha preso da solo questa forma
LA COLOMBA È LA SORELLA DEL PANETTONE
Veniamo alla storia.
La colomba è nata negli Anni 30 del secolo scorso da un'idea di Dino Villani, il direttore della pubblicità della Motta. Villani, in sostanza, disse: "È un peccato tenere fermi i macchinari della produzione del panettone per cosi tanto tempo. Perché non inventiamo un dolce pasquale così le utilizziamo?'“
E allora fecero la colomba. Se ci pensate, il tipo d'impasto è simile e hanno un ingrediente in comune: i canditi. È vero, c'è anche la versione del panettone senza canditi. In compenso, c'è quella con le mandorle, che fanno parte della ricetta della colomba. E anche di quest'ultima esistono le varianti e lo e rivisitazioni. Ad esempio, oggi ho sentito al tg un pasticcere che ha detto che la fa con i fichi e con il cioccolato bianco. Infatti, anche volendo rispettare la tradizione, ci sono sia le colombe artigianali sia quelle di produzione industriale. Proprio come nel caso del panettone e del pandoro. Infine, ormai anche la colomba è conosciuta grossomodo ovunque.
TRE LEGGENDE (VERE)
A proposito (ancora) di panettone, forse avreste voluto davvero che ci fosse una leggenda anche sulla nascita della colomba. A me la storia che ha come protagonista Fabio Villani piace perché mette in evidenza il pragmatismo di Milano e la possibilità di applicarlo in molti settori. Ha un elemento etico (non sprechiamo). Soprattutto, la trovo divertente.
Però una leggenda esiste e ha come protagonista San Colombano. Però in questo caso Milano non c'entra. Il monaco irlandese era ospite della regina Teodolinda e del re Agilulfo. La sovrana gli propose di rimanere a pranzo e gli presentò una tavola ricca di prelibatezze. Colombano era a digiuno (la vicenda si svolge nel periodo quaresimale, come avrete intuito). Tuttavia, non voleva neanche offendere il Re e la Regina. Meglio non offendere le Regine e i Re. Un dilemma non da poco. Che Colombano risolse con una specie di pensiero laterale: disse che avrebbe mangiato solo dopo aver benedetto le vivande. I sovrani acconsentirono. E il monaco trasformò una colomba di carne in un pane bianco a forma di colomba da cui poi è nato il dolce. Del resto, l'Ovetto Kinder, simile all'uovo di Pasqua, è l'esempio classico di marketing laterale.
La Regina dopo questo miracolo gli donò il territorio di Bobbio, in cui sorse il monastero di San Colombano. Nelle rappresentazioni del santo lo vediamo spesso con una colomba sulla spalla.
Un'altra leggenda ha come protagonista Alboino, il re longobardo che troviamo anche in una canzone dei Gufi (Va’ Longobardo) e un panettiere pavese. Le leggende amano i panettieri.
E un'altra ancora il Carroccio della Lega Lombarda dopo la Battaglia di Legnano. In quest'ultimo caso ritroviamo il legame tra Milano e la colomba.
LA FIERA DELL’ANGELO
Oltre alla colomba, fa parte della tradizione pasquale di Milano la Fiera dell’Angelo. Come si capisce dal nome, si tiene nel giorno di Pasquetta. È un mercatino la cui sede è la zona intorno alla Chiesa di Sant’Angelo. Arriva fino a piazza della Repubblica.
La chiesa di Sant’Angelo
Questa chiesa ufficialmente si chiama Santa Maria degli Angeli e appartiene ai Francescani Minori. Infatti, c'è anche un convento. La prima pietra è stata posta nel 1552. Negli anni '30 del XV secolo ne era stata eretta un'altra, sempre nella stessa area. Sorgeva sulle rive della Martesana, in un terreno donato da Filippo Maria Visconti nel 1421. Per capirci, si trovava sull'attuale via Melchiorre Gioia. Il nome deriva da una chiesa che c'è vicino ad Assisi, la Porziuncola, che si trova nella località Santa Maria degli Angeli.
Nel 1551 il convento e la chiesa precedenti furono abbattuti Lo decise il governatore Ferrante Gonzaga perché volle fare costruire delle altre mura difensive che passarono proprio di lì.
Inoltre, la chiesa e il convento erano stati danneggiati in modo molto grave nel 1527 nel contesto della guerra tra l'impero e la Lega Santa. Il Cinquecento è stato un secolo molto difficile per Milano e lo possiamo contrapporre agli splendori del Quattrocento (anche il XV secolo non era stato male).
La nuova chiesa e il nuovo convento furono eretti all'interno delle mura.
La Fiera dell’Angelo e le sue origini
Torniamo alla fiera. Abbiamo detto che si svolge intorno alla chiesa di Sant'Angelo.
Come nel caso del Tredesin de Marz, i protagonisti sono i fiori e le piante. Ma ci sono anche altre cose. E non mancano le bancarelle in cui si può prendere da mangiare Insomma, è un mercatino.
Risale almeno al 1511. Ma forse anche a prima (13mo secolo).
Anche qui c'è una legenda, che parla di un angelo armato intervenuto a salvare il convento dei Francescani da dei ladri.
I frati erano bravi a coltivare fiori e piante ed ecco il motivo del tema floreale della Fiera dell'Angelo. Nella leggenda c'è un buco: non si spiega perché avrebbero deciso di fare la Fiera. Per festeggiare l'intervento sovrannaturale?
Le Fontane dell’Acqua Marcia
Davanti alla chiesa di Sant'Angelo c'è una fontana dalla forma ottagonale. È una delle tre Fontane dell'Acqua Marcia che ci sono a Milano. Le altre due si trovano una nel Parco Sempione, vicino all'Arena, e una in piazza Emilia. Quest'ultima prima era in via Piceno.
L'acqua di queste fontane aveva un odore sulfureo. Ecco l'origine del nome Acqua Marcia. Fino a non molto tempo fa la bevevano tante persone perché si credeva che facesse bene alla salute.
Dal 2017 quella della fontana di Parco Sempione non è più potabile perché la presenza di manganese ha superato i limiti di legge. La fontana di piazza Emilia viene alimentata dall'acqua dell'acquedotto. E l'acqua di quella d piazza Sant'Angelo non puzza più.
In questa fontana c'è una statua di San Francesco che si abbevera e di alcuni uccellini. È opera di Giannino Castiglioni, padre di Achille, Livio e Pier Giacomo.
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