Perché visitare Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa?
Riprendiamo a parlare delle chiese contemporanee di Milano e dopo San Francesco d'Assisi al Fopponino e Santa Maria Nascente (QT8) è la volta di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa.
Si trova in via Montegani, all'angolo con via Neera 24. È molto vicina alla fermata Piazza Abbiategrasso Chiesa Rossa (Mm2). O, se preferite, è proprio davanti alla fermata del 3 (questo tram passa davanti alla nostra sede).
UN PO’ DI TOPONOMASTICA: STADERA O BAIA DEL RE?
Siamo nella periferia sud della città, nel quartiere Stadera. In realtà, Stadera è solo uno dei tre nomi che nel corso del tempo gli sono stati dati e deriva da quello di una cascina che si trovava tra il Naviglio Pavese e le attuali vie De Sanctis, Palmieri e Montegani. A sua volta questa cascina si chiamava così perché vi si pesavano le merci in uscita destinate a viaggiare lungo il Naviglio Pavese. Infatti, la stadera è un tipo di bilancia.
Questo toponimo si è diffuso solo nel secondo dopoguerra: il regime fascista lo aveva battezzato Quartiere 28 Ottobre, ma per gli abitanti della zona, quasi tutti operai, era la Baia del Re. In onore di Umberto Nobile, che nel 1928 partì proprio da qui per l'impresa verso il Polo Nord. Impresa finita poi tragicamente, come molti sanno. Perché proprio Baia del Re? È la traduzione in italiano dal norvegese di Kongsfjorden, che è l'ultimo posto in cui attraccò il dirigibile Italia prima di andare verso l'Artico.
Un altro elemento conferma l'antifascismo del quartiere: il numero elevato di lapidi dedicate ai caduti durante la Resistenza. Ben 18.
SANTA MARIA IN CHIESA ROSSA E GIOVANNI MUZIO
Stadera confina con Chiesa Rossa, il cui nome viene da quello di una chiesetta del X secolo.
Se guardate la foto, vedete che anche Santa Maria Annunciata è rossiccia: l'autore, Muzio, ha voluto "citare" le chiese romaniche lombarde, caratterizzate dai mattoni rossi a vista.
Anche il cartello informativo davanti alla chiesa spiega che l'edificio è in stile neoromanico. Sempre da questo cartello (ma anche da altre fonti) apprendiamo che il lavoro è stato iniziato nel 1926 da Franco Della Porta e proseguito da Giovanni Muzio.
È stata ultimata nel 1932 (a parte il pronao, che è del 1960). All’interno, un’insegna ricorda la consacrazione da parte del cardinale Ildefonso Schuster avvenuta il 21 dicembre 1932. Ha tre navate.
Pertanto, Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa viene attribuita a Giovanni Muzio. Abbiamo già incontrato questo architetto quando abbiamo parlato del Quadrilatero del Silenzio. Infatti, ha progettato la parte moderna di Palazzo Isimbardi. La facciata fa capire subito che risale al Ventennio.
Il gruppo Novecento
Del resto, il gruppo Novecento, di cui Muzio faceva parte, era molto vicino al Regime. Infatti, uno dei suoi esponenti era Mario Sironi. Inoltre, il capo del movimento era Margherita Sarfatti, a lungo amante di Mussolini. I novecentisti si opponevano a stili come il liberty, il futurismo, il cubismo e il razionalismo. Guardavano al passato e volevano tornare all'arte figurativa. Vi hanno aderito artisti e architetti. Tra questi ultimi, ricordiamo Gio Ponti e Paolo Mezzanotte.
De Chirico viene considerato una sorta di novecentista ante litteram perché nei suoi quadri metafisici troviamo elementi simili a quelli tipici di questa corrente.
Altre opere di Giovanni Muzio
L'opera più famosa di Muzio a Milano (ma forse in assoluto) è la Ca' Brutta. Sempre a Milano, abbiamo il Tempio della Vittoria e il Palazzo della Triennale.
SANTA MARIA IN CHIESA ROSSA E L’INSTALLAZIONE DI DAN FLAVIN
Tuttavia, Santa Maria in Chiesa Rossa non è degna di nota solo per il fatto di essere stata progettata da un'archistar. All'interno troviamo una scultura di Giacomo Manzù (un San Giovannino) e una reliquia di Don Bosco.
Ma la cosa che più di tutte attira visitatori è l'installazione Untitled di Dan Flavin. Si tratta di tubi al neon colorati posti sul soffitto. La sequenza (verde e blu per la navata centrale, rosa per il transetto, dorato e ultravioletto per l'area dell'altare) simboleggia un arco di tempo che va dal crepuscolo all'alba. Ma anche il passaggio dalle tenebre alla luce della fede o di Dio.
Chi era Dan Flavin?
Dan Flavin è uno dei padri del minimalismo americano nonché l'esponente più importante della Neon Art. S'ispirava a Duchamp. Newyorchese del Queens, classe 1933, prima di fare l'artista studiò in seminario e venne consacrato sacerdote (la famiglia era cattolica), partecipò alla Guerra di Corea (dopo essersi spretato) e lavorò come custode al Guggenheim e al MoMa.
E fu proprio al Guggenheim che incontrò Sol Lewitt, il quale influenzò molto la sua produzione e la cui conoscenza lo spinse lungo la strada della creatività. Comunque, Flavin non era un improvvisato: dopo il ritorno dalla Corea aveva studiato disegno e storia dell'arte alla Columbia University.
Pur avendo studiato teologia (o forse proprio per questo) è sempre stato restio a dare un'interpretazione spirituale delle proprie opere. Accettava solo quelle formali. Ciò che gli interessava erano la luce, i colori e i materiali. Materiali che dovevano essere facili da reperire. Non badava alla qualità. Per questo si teme che l'installazione presente in Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa possa danneggiarsi presto.
Un’opera postuma
Flavin l'ha progettata dopo aver ricevuto una lettera del parroco di questa chiesa, don Giulio Greco, che aveva visto una sua installazione a Varese, a Villa Panza.
È morto in ospedale, dove ha continuato dedicarsi a questo lavoro, il 29 novembre 1996, due giorni prima della realizzazione dell'opera, fatta dalla Fondazione Prada, dal Dia Center for the Arts di New York e dal Dan Flavin Estate grazie ai bozzetti dell’artista. L’installazione l’hanno fatta un anno dopo.
Il religioso lo ha contattato perché voleva rilanciare il quartiere, che a quei tempi viveva una situazione particolarmente difficile
Untitled è stata la prima opera di arte contemporanea concepita per un luogo di culto. Ha trasformato una chiesa parrocchiale di periferia in un’attrazione internazionale. Si può ammirare negli orari di apertura della chiesa e cioè dalle 7.30 alle 12 e dalle 16 alle 19, salvo eccezioni. Consigliano di andarci nelle ore in cui c'è meno luce, soprattutto verso il crepuscolo. È visibile anche dal fuori, sempre in base alle condizioni di luminosità esterna.
ALTRE CURIOSITÀ SU STADERA
La chiesa confina con l'atelier Carlo Colla & Figli, un'istituzione nel teatro delle marionette. Ha preso l'Ambrogino d'oro.
Un altro punto di interesse del quartiere Stadera è l'officina ciclistica di Peppino Drali, che ai tempi aveva tra i propri clienti Fausto Coppi e Anquetil. Anche a lui hanno dato l'Ambrogino d'oro.
Comunque, qui si trovano molte botteghe storiche, molte associazioni, una moschea e una chiesa evangelica frequentata dai filippini della zona. Questi due edifici religiosi sono l'uno di fronte all'altro.
Se Stadera è nato nel periodo fascista, Chiesa Rossa risale agli Anni 60 ed è stata voluta dallo Iacp (Istituto autonomo case popolari). Prima che sorgessero questo quartieri, entrambe le zone erano agricole, con gruppi di case sparse e pochi abitanti.
Chiudiamo con due note di colore legate alla tradizione milanese. La prima è che la canzone da osteria I ochett nomina la Baia del Re. Io l'ho ascoltata nella versione dei Canta Milano. La seconda è che Renato Pozzetto quando era bambino abitava qui. In unì'intervista al Corriere della sera ha detto di aver “giocato con figli di gente complicata”.
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